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Svastica

Giainismo: rinuncia e non violenza

Questa religione, col suo antico simbolo indiano della svastica, fu fondata nel VI secolo a.E.V. dal ricco principe indiano Nataputta Vardham_ana, meglio conosciuto come Vardhamana Mah_av_ira (titolo che significa "Grande Uomo" o "Grande Eroe"). Egli si diede a una vita di rinuncia e ascetismo. Nell’intento di conseguire la conoscenza, si mise a girovagare nudo "per i villaggi e le pianure dell’India centrale alla ricerca della liberazione dal ciclo nascita-morte-rinascita". (Man’s Religions, di John B. Noss) Credeva che la salvezza dell’anima si potesse raggiungere solo attraverso un’estrema rinuncia e autodisciplina e un rigoroso rispetto dell’ahimsa, non violenza nei confronti di tutte le creature. Nel perseguire l’ahimsa arrivò al punto di portare con sé una scopa morbida con cui allontanare qualsiasi insetto potesse incontrare nel proprio cammino. Il rispetto che aveva per la vita doveva inoltre salvaguardare la purezza e l’integrità della sua stessa anima.

Oggi i suoi seguaci, nello sforzo di migliorare il loro karma, hanno un analogo tenore di vita improntato alla rinuncia e al rispetto di tutte le creature. Di nuovo vediamo il potente effetto esercitato sulla vita degli uomini dalla credenza nell’immortalità dell’anima umana.

Benché sedicenti cristiani abbiano citato Ebrei 13:10 per giustificare l`erezione di altari letterali, il contesto indica che l`"altare" di cui parla Paolo non è letterale ma simbolico. (Eb 13:10-16) A proposito dei primi cristiani un`enciclopedia dice: "Quando veniva rimproverato agli antichi apologeti di non avere templi, né altari, né santuari, essi rispondevano semplicemente: `Noi non abbiamo né santuari né altari`". (M'Clintock e Strong, Cyclopaedia, 1882, vol. I, p. 183) Commentando Ebrei 13:10, M. R. Vincent dice: "E' un errore cercare di trovare nell`economia cristiana qualche specifico oggetto corrispondente all`altare: la croce, la mensa eucaristica o Cristo stesso. Piuttosto, la figura dell`altare riunisce e in genere rappresenta i concetti che hanno relazione con l`accostarsi a Dio - sacrificio, espiazione, perdono e approvazione, salvezza - proprio come l`altare ebraico era il punto in cui convergevano tutti questi concetti". (Word Studies in the New Testament, 1957, vol. IV, p. 567) La moltiplicazione degli altari fu decisamente condannata dai profeti ebrei. (Isa 17:7, 8) Osea disse che Efraim aveva "moltiplicato gli altari per peccare" (Os 8:11; 10:1, 2, 8; 12:11); Geremia affermò che il peccato di Giuda era inciso "sui corni dei loro altari" (Ger 17:1, 2) ed Ezechiele predisse che i falsi adoratori sarebbero stati uccisi "tutt`intorno ai loro altari" (Ez 6:4-6, 13).

4. Dio locale di Tebe o No-Amon, assurto alla posizione di "re degli dèi" con il nome di Amon-Ra e il cui sommo sacerdote divenne il capo di tutti i sacerdoti egizi. Amon in genere è rappresentato come un uomo con una corona sormontata da due alte piume parallele. Come molte altre divinità egizie, spesso è raffigurato con in mano la croce ansata, il "segno della vita". Amon, la moglie Mut e Khonsu (il figlio adottivo) costituivano la triade tebana.

Tracce dell`influenza religiosa di Babilonia sono evidenti anche in India, come dice fra l`altro un archeologo: "La svastica e * la croce, comuni su impronte e placche, erano simboli magici o religiosi sia nella Babilonia che nell`Elam del periodo preistorico più antico, ma conservano questo carattere anche nell`India moderna e altrove". (V. Childe, New Light on the Most Ancient East, 1957, p. 185) Quindi, l`influenza religiosa dell`antica Babilonia raggiunse molti popoli e nazioni, molto più estesamente e in maniera molto più efficace e duratura del suo potere politico.

Scavi nella zona di Carchemis sono stati compiuti presso Jerablus al confine fra Turchia e Siria, circa 100 km a NE di Aleppo. Sono stati rinvenuti numerosi documenti nella lingua attualmente chiamata ittita, e si ritiene che verso la fine del II millennio a.E.V. Carchemis sia stata per circa due secoli sotto la dominazione dell`impero che aveva per capitale Hattusa. (Vedi comunque ITTITI). Sono stati scoperti anche bassorilievi in cui figurano fra l`altro l`immagine di una sfinge, come pure la croce ansata o ankh, segni di una forte influenza egiziana.

La civiltà cretese era molto diversa da quelle della Mesopotamia e dell`Egitto, ma altrettanto splendida. La religione cretese dava risalto all`elemento femminile, con una dea madre a cui era attribuita la massima importanza. Come in altri culti della fertilità, il serpente accompagna regolarmente le rappresentazioni della dea, tenuto fra le sue mani o attorcigliato intorno al suo

corpo. Di solito con lei c`è una divinità secondaria maschile, forse a indicare il rapporto madre-figlio spesso presente in questi culti. A Cnosso è stata rinvenuta una croce di marmo, anch`essa antico simbolo fallico. La civiltà antica scomparve verso gli ultimi secoli del II millennio. Durante il I millennio a.E.V. Creta finì sotto la dominazione greca. Nel II secolo a.E.V. l`isola era diventata centro e nascondiglio di pirati che saccheggiavano le navi in navigazione nel Mediterraneo. Poi nel 67 a.E.V. Pompeo soggiogò Creta, che divenne provincia romana insieme a Cirene, città dell`Africa settentrionale.

CROCE. Vedi PALO DI TORTURA.

Nelle sculture e nei dipinti egiziani compare molto spesso il simbolo sacro della croce ansata. Questo cosiddetto simbolo della vita è simile alla lettera "T" con sopra un anello ovale, e probabilmente rappresentava gli organi sessuali maschile e femminile uniti. Le divinità egiziane sono spesso raffigurate con la croce ansata in mano. - ILLUSTRAZIONE, vol. 2, p. 530.

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Le donne egiziane portavano in genere orecchini consistenti in grossi anelli d`oro, alcuni di 4-5 cm di diametro, benché ce ne fossero di più grandi, formati anche di sei anelli saldati assieme. A Tebe sono stati rinvenuti orecchini d`argento, alcuni dei quali simili a borchie. A volte gli orecchini egiziani, come quelli assiri, erano di foggia abbastanza elaborata, certi a forma di croce. Si usava fissare l`orecchino facendo passare l`anello stesso o un gancetto attraverso un foro praticato nel lobo dell`orecchio.

Quasi tutte le traduzioni della Bibbia dicono che Cristo fu "crocifisso" anziché "messo al palo". Questo a motivo della comune credenza che lo strumento di tortura a cui fu appeso fosse una "croce" fatta di due pezzi di legno e non un unico palo. La tradizione inoltre, non le Scritture, dice che il condannato portava solo il braccio trasversale della croce, chiamato patibulum, anziché le due parti. In questo modo alcuni cercano di sormontare l`obiezione che il peso sarebbe stato eccessivo perché un uomo solo potesse trascinare o portare il palo fino al Golgota.

Stauròs, sia nel greco classico che nella koinè, non dà affatto l`idea di una "croce" fatta di due pezzi di legno. Significa solo un palo diritto, come quelli che si potrebbero usare per fare un recinto, uno steccato o una palizzata. Il New Bible Dictionary (a cura di J. D. Douglas, 1985, p. 253), alla voce "Croce", dice: "Il termine gr. per `croce` (stauros, verbo stauroo . . .) significa principalmente trave o palo diritto, e secondariamente un palo usato come strumento di punizione ed esecuzione".

Perciò la Traduzione del Nuovo Mondo trasmette fedelmente al lettore l`idea basilare del testo greco traducendo stauròs "palo di tortura", e il verbo stauròo "mettere al palo". In questo modo non è possibile confondere stauròs con la croce della tradizione ecclesiastica. Che il palo di tortura fosse portato da un solo uomo, Simone di Cirene, come dicono le Scritture, è del tutto ragionevole, poiché se era lungo 3,5 m e aveva un diametro di 15 cm pesava probabilmente poco più di 45 kg. - Mr 15:21.

Si noti cosa dice a questo proposito W. E. Vine: "STAUROS () indica principalmente un`asta o palo diritto, sul quale i malfattori venivano inchiodati per l`esecuzione. Sia il sostantivo che il verbo stauroo, fissare a un`asta o palo, in origine vanno distinti dalla forma ecclesiastica di una croce a due bracci". Il grecista Vine menziona quindi l`origine caldea della croce a due bracci e come la cristianità l`abbia adottata dai pagani nel III secolo E.V. quale simbolo della morte di Cristo. - Vine's Expository Dictionary of Old and New Testament Words, 1981, vol. 1, p. 256.

Significativo è questo commento tratto dal libro The Cross in Ritual, Architecture, and Art: "E' strano, eppure certo, che in epoche molto più antiche della nascita di Cristo, e, successivamente, in paesi non raggiunti dagli insegnamenti della Chiesa, la Croce sia stata usata come simbolo sacro. . . . Il greco Bacco, il tiro Tammuz, il caldeo Bel e il norvegese Odino furono tutti simboleggiati presso i loro devoti da un oggetto cruciforme". - G. S. Tyack, Londra, 1900, p. 1.

Il libro The Non-Christian Cross aggiunge: "In nessuno dei numerosi scritti che formano il Nuovo Testamento esiste una sola frase che, nel greco originale, costituisca anche una prova indiretta che lo stauros usato nel caso di Gesù fosse altro che un ordinario stauros; tanto meno che consistesse non di un solo pezzo di legno, ma di due inchiodati insieme a forma di croce. . . . Non poco capzioso da parte dei nostri insegnanti è il tradurre il termine stauros `croce` per rendere nella nostra lingua i documenti greci della Chiesa, e il sostenere tale azione inserendo `croce` nei nostri dizionari quale significato di stauros senza spiegare bene che tale non era affatto il significato principale del termine all`epoca degli Apostoli, non diventò il significato principale che molto tempo dopo, e diventò tale, se mai, solo perché, nonostante l`assenza di ulteriori prove, per una ragione o per l`altra si presumeva che il particolare stauros su cui fu messo a morte Gesù avesse quella particolare forma". - J. D. Parsons, Londra, 1896, pp. 23, 24; vedi anche The Companion Bible, 1974, Appendice n. 162.

Pazzia simulata. Una volta Davide, dichiarato fuorilegge dal re Saul, cercò rifugio presso Achis re di Gat. Scoperto chi era, i filistei dissero ad Achis che era pericoloso dare asilo a Davide, e Davide ebbe timore. Di conseguenza dissimulò la sua sanità mentale comportandosi da folle. "Faceva segni di croce sui battenti della porta e si faceva colare la saliva sulla barba". Achis pensò che Davide fosse pazzo e lo lasciò in vita, giudicandolo un idiota inoffensivo. In seguito Davide fu ispirato a scrivere il Salmo 34, in cui ringraziò Geova per aver benedetto la sua strategia e averlo liberato. - 1Sa 21:10-22:1.

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[Illustrazione a pagina 530 (Volume 2)]

Molto prima dell`avvento del cristianesimo, in Egitto la croce ansata era ritenuta sacra

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Egitto, Egiziani 1:531, 783-97

(Vedi anche ESODO; FARAONE; NILO; PIAGA)

archeologia: 1:184-5, 510, 530, 532-4

architettura: 1:191-2

capitali: 1:89; 2:253-4, 396

cronologia: 1:610-11

dimora di Israele in: 1:535, 611, 620-1, 856-60, 864-5

Giacobbe si trasferisce in Egitto: 1:1098-9, 1173-4

perché gli israeliti erano detestati: 1:583

mattoni: 1:535; 2:238-9

navi: 2:366-7

orecchini: 2:439-40

origine della popolazione: 2:301, 503

papiro: 2:482-3

religione: 1:118, 531-4, 667-9, 675, 896, 899, 946, 1239; 2:392, 396, 494, 529-30

croce: 2:530

sacerdoti: 1:118; 2:819

sacerdozio di Israele non copiò quello egiziano: 2:823-4

terapie mediche: 2:179-80

usanze: 1:864-5

acconciatura maschile: 1:394

barba: 1:421

capelli: 1:421

circoncisione: 1:493

imbalsamazione: 1:1271-2